17 aprile 2024. Annalisa ci ha portato dentro un vortice (che ci ha lasciato senza fiato)

LIVE

6/17/20252 min read

Fuori dal palazzetto c’era il solito brusio pre-concerto, quello fatto di chiacchiere nervose e mille “secondo te canta Bellissima per ultima?”. Ma dentro, era tutto pronto. L’arena piena, le luci basse, il palco già parlava da solo.

Poi, buio. Una vibrazione nell’aria e Annalisa che appare dall’alto, sospesa come un sogno lucido. Elegante, magnetica, quasi regale. Il pubblico esplode e il vortice prende vita.

Il live parte in quarta con “Euforia”, ed è subito chiaro che qui si gioca ad altissimi livelli. Lo show è costruito con una cura maniacale: visual potenti, luci che tagliano la scena e un corpo di ballo sincronizzato, serrato, con movimenti che sembrano cuciti addosso a ogni strofa. “Tsunami” e “Mon Amour” arrivano subito dopo, come due scariche d’adrenalina: è pop allo stato puro, che sa essere elegante e sensuale insieme, quello che non ha paura di sporcarsi con l’elettronica, con la danza, con la teatralità.

Eppure, tra una coreografia e l’altra, c’è anche spazio per il silenzio. O meglio, per il quasi-silenzio. Annalisa si ferma, la scenografia cambia. Il palco si svuota e restano solo il pianoforte e la voce. “Diamante lei e luce lui”, “Una finestra tra le stelle”, “Il mondo prima di te”. È qui che l’arena si trasforma. Le torce si alzano senza che nessuno le chieda. Gli occhi si fanno lucidi. Ed è strano, perché il concerto è pieno di momenti studiati, costruiti al millimetro, ma in questo frammento tutto diventa umano, spontaneo. È come se ci stessimo ricordando tutti perché, a un certo punto della nostra vita, ci siamo affezionati a questa voce.

A un certo punto, Bologna impazzisce per davvero. Sul palco compare Gianni Morandi. Nessuno se lo aspettava, eppure eccolo lì, a duettare con Annalisa in una versione ironica e adorabile di “Banane e lamponi”. Il pubblico si divide tra chi canta, chi ride e chi cerca di filmare tutto, senza capire se quello che sta vedendo è vero o solo una gag ben riuscita.

La scaletta non sbaglia un colpo. “Eva + Eva" e “Sweet Dreams” accendono il ritmo, “Bellissima” e "Sinceramente" spaccano tutto come da copione. Ma è con “Indaco Violento” che arriva la scarica finale. Il titolo, già da solo, racconta bene il mood con cui si chiude la serata: forte, struggente, lucido. Il palco diventa un’esplosione di luce, ma è come se ogni suono scivolasse in una specie di abisso emotivo. Il pubblico urla, canta, si lascia andare. È l’ultimo atto. E non potrebbe esserci chiusura più coerente.

Alla fine restano solo gli applausi, forti e infiniti. Annalisa ringrazia, saluta. Ma si capisce che anche per lei non è una serata qualunque. È l’ultima tappa, la chiusura di un cerchio. Un tour pensato per mostrare tutto quello che è diventata, tutto quello che ha costruito in questi anni. Non più solo una voce bellissima, ma una performer completa, consapevole, che si prende lo spazio con orgoglio e grazia.

E mentre si svuotano i corridoi, tra giacche sulle spalle e piedi stanchi, resta quella sensazione che hanno solo i concerti che lasciano il segno: quella di aver vissuto qualcosa di irripetibile, anche solo per un attimo.