43.Nove tra pace apparente e spunti d’immaginario: il viaggio di Calma 22 e oltre

INTERVISTENUOVI TALENTI

4/28/20251 min read

Il collettivo 43.Nove torna a sorprenderti con Calma 22, un album dal titolo pacifico in apparenza che nasconde un mondo in movimento. Abbiamo chiesto alla band di raccontarci il concept del disco, il significato dietro l’isola fantastica di “Sassi New Island” e cosa tiene svegli i componenti la notte, tra suggestioni e ansie creative.

L’intervista

D1: “Calma 22” è un titolo che suona pacifico, ma nasconde un mondo agitato. Cosa cercavate davvero scrivendo questo disco?
R1: Con Calma 22 abbiamo cercato il nostro suono e il nostro immaginario, ma più che un equilibrio dove fermarsi per noi rappresenta l’inizio di un viaggio. Questa prima parte di viaggio ci ha raccontato le nostre zone di confort e i nostri punti ciechi: per noi è stata una scoperta continua e, alla fine, i salti nel vuoto non ci fanno così paura.

D2: “‘Sassi New Island’ parla di fantasia come rifugio: quanto è reale, per voi, questa isola immaginaria?
R2: Le nostre canzoni raccontano spesso eventi immaginari che cerchiamo però di umanizzare, accostando parole che richiamino sensazioni tangibili. La fantasia è la nostra migliore amica: è quella cosa che, quando sono seduto al pianoforte con gli occhi chiusi, mi fa pensare di guidare un’astronave verso posti lontanissimi.

D3: Dopo i palchi, le playlist e le aperture importanti… cosa vi tiene ancora svegli la notte quando pensate alla vostra musica?
R3: Vediamo la tristezza come un’amica con cui ballare: è un’emozione che a volte ci paralizza e a volte ci muove, perciò sentiamo il bisogno di esplorare anche le sfumature meno “comode” di noi stessi. Nei momenti in cui manca l’ispirazione la paura è tanta—la carriera che sogniamo ne è intrisa—ma il bello di essere un gruppo è la fiducia e il supporto reciproco. Spronarsi a vicenda, vivere insieme nuove esperienze, diventa spesso la chiave per ritrovare la scintilla creativa.

Con “Calma 22”, 43.Nove ci invita a non temere l’inquietudine, ma a trasformarla in carburante per continuare a esplorare nuovi orizzonti sonori.