“56.000 voci, un solo cuore: la rinascita dei Modà a San Siro”

CONCERTI & LIVE

Alessia Conti

6/18/20253 min read

La notte dei romantici è cominciata, tra lacrime, verità e un boato lungo un sogno

Milano, 12 giugno 2025. San Siro si accende, 56.000 luci si alzano all’unisono. È un ritorno che ha il sapore di una rinascita, quello dei Modà: più che un live, è stato un atto d’amore collettivo, una celebrazione di chi ha scelto di restare anche quando sembrava tutto perduto.

Una conferenza stampa che è già un abbraccio

Tutto è cominciato con parole, non con accordi. Durante la conferenza stampa che ha anticipato il live, Kekko Silvestre si è spogliato dei riflettori per mostrarsi per com’è: un uomo che ha attraversato il dolore e ci è passato dentro, senza vergogna. “Ho vissuto anni bui, fasi depressive profonde. Ma parlarne è stato il primo passo per uscirne. Farsi aiutare è fondamentale. Non abbiate paura di farlo.”

Una dichiarazione che va oltre la musica. È un invito a non aver paura della fragilità, a non fingere che tutto vada bene, ma a scegliere la sincerità, anche quando costa.

Una scaletta per cantare insieme

Il concerto è iniziato con una domanda, proiettata sul maxi schermo: “Cosa vi è mancato di noi?”
Il pubblico ha risposto con un boato. E lì è partita “Tutto non è niente”, come se non fossero mai andati via.

Kekko ha scelto una scaletta che fosse un invito alla condivisione. Non solo canzoni, ma pezzi di vita comune. Ha vestito i panni da re – giacca dorata inclusa – e li ha messi al servizio di un popolo romantico. Perché ogni brano era un pretesto per ritrovarsi, per dire “ci siamo ancora”.

Tra lacrime e verità

Il momento più toccante? “Cash”, dedicata a un amico scomparso. Luci accese, voce rotta, migliaia di occhi lucidi: uno stadio intero che ha trattenuto il fiato. Un lutto condiviso, trasformato in musica.

Il medley ha alternato energia e introspezione: prima il rock con “Forse non lo sai”, “Sogno nel cassetto”, “Cuore di cemento”, poi una parte acustica che ha riportato tutti a una dimensione più intima, culminando in una “Favola” che ha fatto tremare le corde vocali di tutto il pubblico.

L’amore si fa musica (e proposta di matrimonio)

C’è stato anche spazio per la vita vera. Kekko ha visto una coppia tra il pubblico, li ha invitati sul palco, e lì lui le ha chiesto di sposarlo. La band ha accompagnato il momento suonando un frammento di “Viva i romantici”.
Un piccolo gesto che ha condensato l’essenza della serata: amore, condivisione, verità.

Nessun ospite, solo cuore

A differenza di altri grandi eventi, a San Siro i Modà hanno scelto di non portare ospiti. Una scelta che Kekko ha spiegato senza giri di parole: “Non volevamo negatività. Non abbiamo avuto problemi con nessuno, ma questa doveva essere una serata nostra, pulita, sincera”.

Il tour proseguirà con una tappa a Cagliari, città a cui la band è legata da tempo. Lo spettacolo sarà lo stesso: stessa energia, stessa verità.

Sanremo, ferite ancora aperte

Nonostante l'entusiasmo, Kekko non nasconde l’amarezza per l’esperienza sanremese: “Quinto al televoto e ultimo per la sala stampa... è stato difficile da digerire.” Non crede torneranno: “Non avrebbe senso partecipare senza sentirsi valutati in modo equo”.

Una famiglia lunga vent’anni

I volti nel pubblico non sono cambiati. Anzi, si sono moltiplicati: fan di sempre, ora genitori, ragazzi che sono cresciuti con le loro canzoni, altri che le hanno appena scoperte.
Generazioni diverse unite da un’unica voce.

Kekko lo dice chiaramente: “Continuate a sognare, è l’unico modo per rimanere vivi.”
Ed è questo, forse, il lascito più grande della serata.

La notte dei romantici non è solo un concerto.
È stata una messa laica in cui la fragilità ha trovato spazio accanto alla forza, la nostalgia si è fusa con la speranza, e la musica ha fatto da ponte tra passato e presente.

I Modà non sono tornati per nostalgia.
Sono tornati perché c’è ancora qualcuno che li aspetta.