Amanda Roberts: “NOELIA” è il cerchio che si chiude. Un EP che racconta identità, radici e la forza delle emozioni

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Gabriele Lobascio

10/1/20253 min read

Amanda Roberts, cantautrice italo-argentina classe 2001, torna con il suo EP d’esordio NOELIA, un progetto che raccoglie brani già usciti e due inediti, componendo un mosaico di vissuto, fragilità e consapevolezze. Dalla delicatezza di Spifferi alla spontaneità di Cae Cae, cantata in spagnolo, ogni canzone porta con sé un tassello di autenticità.

L’abbiamo intervistata per approfondire il filo rosso che lega questo lavoro e le emozioni che lo hanno ispirato.

Intervista ad Amanda Roberts

1. Nel tuo EP ci sono brani già usciti e due inediti: che filo rosso lega tutte queste canzoni in un’unica storia?
Questo Ep per me è come un cerchio che si chiude. Sono brani scritti in un momento di vita di grande consapevolezza, di grandi decisioni e cambiementi, in cui ho deciso di essere fedele a me stessa ma prima dovevo capire chi fossi io in quel “me stessa”. Ho sempre pensato che potessimo scegliere chi diventare. Io stessa spesso avrei voluto essere l’opposto di quella che sono, meno presa sul serio e sicuramente mi sarei risparmiata qualche dolore di troppo. Ma le emozioni non puoi eliminarle, ti invadono come la natura che recupera il suo spazio nelle grandi città. E in realtà non c’è niente di più bello che lasciarsi sopraffare. E così ho capito che io sono come quel nome che mi hanno dato i miei genitori “NOELIA”, un po’ strano, un po’ desueto, che ho faticato ad accettare. Mi piacciono gli amori disarmati e disarmanti come “A volte niente”, con cui spero di invecchiare. Mi piacciono le persone un po’ “Fuori dal Blu”, con loro mi sento nel posto giusto. Mi piace pensare ad un mondo con più persone come “Jane” pronte ad aprire gli occhi e vedere gli altri oltre che guadarli. Sono come “Cae Cae” una canzone in spagnolo cantata con la chitarra, senza produzione ma con tanto cuore. Come una casa piena di “Spifferi” e come un urlo al cielo nella speranza di avere solo “Sunny Days”.

2. “Spifferi” è il brano che senti più rappresentativo del progetto: cosa hai scoperto di te stessa scrivendolo?
“Spifferi” parla di famiglia, di sangue e non, e di come essa si fa strada dentro di me come la luce attraverso gli spifferi, in tutti quei piccoli spazi lontani e nascosti dentro di me. Penso sia il brano più rappresentativo perchè parla di viversi con la tenerezza di vedersi sempre con gli stessi occhi, come se il tempo non passase e non invecchiassimo mai. E invece il tempo passa e noi cambiamo, ma ci sarà sempre chi accanto a noi, in questa terra o non più, ci farà sentire capiti. E questo pensiero mi da pace, nonostante tutti i litigi e tutte le problematiche che si affrontano con le persone che amiamo.

3. In “Cae Cae” canti in spagnolo, un omaggio alle tue origini argentine: che emozione hai provato nel riportare la tua lingua d’infanzia nella tua musica?
È stato un gesto spontaneo, non pensato. Ho iniziato a scrivere questo brano automaticamente in spagnolo, come se la musica sapesse che quello sarebbe stato il suo vestito migliore. È arrivata così pura che anche pensare ad un produzione mi sembrava difficile. Volevo portare le mie origini nel modo più autentico. Per questo il brano è registrato live, così chi lo ascolterà avrà la sensazione di ascolarlo davvero in casa mia, nel posto in cui è nato.

4. Cresciuta tra una madre insegnante di canto e un padre liutaio: quanto la tua famiglia ha influenzato il tuo modo di vivere e creare musica?
Enormemente, sia i miei genitori che i miei fratelli mi hanno dato il privilegio di crescere amando l’arte e dipingendomi attorno un mondo in cui se voglio i sogni posso provare a realizzarli. I miei genitori hanno posto le fondamenta e i miei fratelli hanno costruito una città immensa attorno a me, fatta di persone che cantano insieme e si ascoltano, rendendo reale ai miei occhi la visione di una vita in cui puoi fare ciò che ami, con tutti i rischi del caso. La musica sarebbe stata parte della mia vita comunque, qualsiasi cosa avessi deciso di fare.