"Ansia" e "Baciami": Marte Poque racconta le emozioni dietro la colonna sonora di Fatti Vedere

INTERVISTENUOVI TALENTI

2/6/20252 min read

"Ansia" e "Baciami" sono due brani che sembrano quasi specchiarsi tra loro. Qual è stata la sfida più grande nel tradurre due emozioni così opposte in musica senza perdere la tua identità artistica?

Entrambi i brani sono nati grazie al film Fatti Vedere di Tiziano Russo. Quindi entrambi nascono da due emozioni che le scene mi hanno suggerito. Soltanto dopo averli scritti mi sono resa conto che in effetti sono due brani speculari. Le farfalle nello stomaco e l’ansia si somigliano. Anche perché l’ansia non è altro che la paura e l’amore invece è il coraggio.

Nel tuo processo creativo hai raccontato di immergerti nelle scene del film per trovare la giusta chiave sonora. C’è stato un momento in cui la musica ha sorpreso anche te, portandoti in una direzione inaspettata?

Sì, con Baciami. Perché il regista Tiziano Russo aveva una reference per quella scena, ma non riuscivo a farla mia. Quindi ad un certo punto ho spento tutto e mi sono messa in ascolto. Cosa stavo provando in quel momento? Cosa desideravo? All’improvviso, ho trovato il collegamento tra me e la protagonista. Era un punto di contatto racchiuso in un’esclamazione: “Baciami!”. Ho capito che era lì la chiave del pezzo e mi sono fatta trasportare.

Hai descritto Marte Poque come una “ninfa nata dalle macerie della contemporaneità”. In che modo la tua musica dialoga con il presente e quali elementi del passato credi siano fondamentali per il tuo percorso?

Marte Poque nasce sulle macerie della contemporaneità dilaniata da Marte, sogna la primavera (da Mart, marzo in turco). L’ho immaginata così, come una ninfa che si eleva dal quotidiano e sussurra parole d’amore nelle acque del mar Mediterraneo. Una sognatrice, nostalgica. Musicalmente la chiave per questa dimensione sospesa tra mito, presente e futuro l’ho trovata nei sintetizzatori analogici. Mi danno una sensazione dreamy, sognante e futuristica, ma rimangono ruvidi, ancorati a qualcosa di ancestrale. Se penso alla produzione di Ansia, ad esempio, a parte i synth ci sono la tabla e il duduk, uno strumento armeno molto antico. Mi piace unire l’elettronica a qualcosa di arcaico.

L’ansia e l’amore sono due forze spesso intrecciate, come racconti nei tuoi brani. Pensi che la musica possa essere un antidoto o è più un mezzo per amplificare e comprendere meglio queste emozioni?

La musica per me è la chiave di tutto. Solitamente da questi tumulti interiori nascono le canzoni. Quando sta per arrivare un pezzo lo sento, come quando avverti che sta arrivando il temporale.

L’ansia e l’amore, due emozioni all’apparenza opposte, ma legate da un filo invisibile. Ansia e Baciami non sono solo due brani di Marte Poque, ma due specchi che riflettono le sfumature più intense del sentire umano. Nati dal dialogo con le immagini del film Fatti Vedere di Tiziano Russo, questi pezzi raccontano il confine sottile tra paura e desiderio, tra il battito accelerato dell’incertezza e quello dell’abbandono.

Abbiamo parlato con Marte Poque per scoprire come la sua musica riesca a muoversi tra passato e futuro, tra elettronica e radici ancestrali, trasformando il caos emotivo in suono.