Artie 5ive — un ritorno potente, carico di energia, momenti imprevisti e contatto diretto col pubblico.

CONCERTI & LIVE

Lorenzo Baiocchi

10/19/20252 min read

Ieri sera, Artie 5ive si è presentato davanti a una platea — pronta, viva, affamata — e ha dato vita a uno spettacolo che è andato ben oltre la semplice esibizione. Il setlist ha percorso una lunga carrellata di brani recenti e successi, giocando tra momenti di alto impatto (“NUMERO 5”, “TOP G”, “MILANO TESTAROSSA”) e pause più intime (“00” in versione pianoforte, “PIETÀ”).

La vibrazione nell’aria era palpabile: il pubblico rispondeva a ogni cambio di ritmo, ad ogni fiato di tromba, ad ogni battuta sparata. Era chiaro che non si trattava solo di guardare un concerto, ma di viverlo insieme all’artista.

  • L’apertura con “INTRO (La Bella Vita)” ha settato il tono: fast, deciso, con quel sapore di “ce l’abbiamo fatta” che contraddistingue l’album e il momento di Artie.

  • Durante “PADRE NOSTRO”, le casse hanno smesso di funzionare… e lui? Ha continuato a cantare insieme al pubblico, trasformando un problema tecnico in un momento di condivisione pura.

  • L’interpretazione di “00” con arrangiamento al pianoforte è stata una sorpresa: un tempo rallentato, quasi sospeso, in mezzo a un set altrimenti galoppante.

  • Gli ospiti e i featuring: da “ARE U CRAZY? (feat. Capo Plaza)” a “BRAZY (feat. Tony Boy)”, fino a “ANelli e Collane (feat. ANNA)” e “BAMBOLA (feat. Niky Savage)”. Un cast lungo, variegato, che ha dato freschezza e varietà allo show.

  • Un momento quasi “fuori contesto”: l’ingresso di Bello Figo che canta “Pasta con tonno”. Che fosse uno scherzo o un omaggio ironico, ha contribuito a rendere la serata “non convenzionale”.


L’atmosfera? Carica, vibrante, a volte pura esplosione. Il pubblico era parte integrante dello spettacolo: non spettatori, ma partecipanti. Le canzoni più veloci e aggressivi hanno acceso la folla, mentre i momenti più pacati hanno offerto respiro e intimità.

C’è stata una gestione perfetta del contrasto: da “AGHI ACUMINATI” e “SOGNO AMERICANO” a momenti più riflessivi come “PIETÀ”, il tutto senza che il ritmo calasse mai davvero. Il risultato: una serata che ha reso giustizia al titolo del tour (“La Bella Vita”), ma ha anche mostrato lati meno edulcorati dell’artista — la strada, le contraddizioni, la fatica.

  • Il palco è stato allestito con cura: luci incisive, fiati presenti, la sezione ritmica ben calibrata per mixare trap, pop e momenti live band.

  • L’unico intoppo tecnico — le casse a metà durante “PADRE NOSTRO” — è stato gestito con classe: Artie non ha perso un colpo, e quel momento è diventato uno dei più memorabili della sera.

  • Il setlist ha mantenuto un buon equilibrio tra novità e hit consolidate: perfetto per chi lo segue da tempo e per chi era lì per la prima volta.

Questo live conferma che Artie 5ive non è più solamente “la promessa”, ma un artista che tiene il palco con sicurezza e che sa creare momenti reali di connessione. Il fatto che abbia trasformato un problema tecnico in un momento di comunione lo rende ancora più rilevante: mostra autenticità, presenza, e un rapporto vero col pubblico.

Inoltre, l’ampiezza del repertorio (feat, collaborazioni, momenti più leggeri e momenti più “di strada”) dimostra la versatilità di Artie: che sa puntare al grande pubblico senza rinunciare alle radici.

Se ieri sera si voleva guardare “il tempo di un artista che cresce”, la serata di Artie 5ive lo ha mostrato senza filtri. Carica, autentica, viva. Un concerto che non è stato solo ascoltare canzoni, ma essere parte di un racconto che continua a scriversi.