
Braksa: sul ring della vita, tra lotta, rinascita e musica
NUOVI TALENTIINTERVISTE
Gabriele Lobascio
11/21/20252 min read


Con “Fight Club” Braksa trasforma il ring in una potente metafora esistenziale: uno spazio dove il colpo e la risposta diventano esercizi di consapevolezza, resistenza e crescita. In questa intervista l’artista racconta come la rabbia si faccia energia vitale, come gli sport da combattimento insegnino rispetto e disciplina, e perché la musica, al pari dello sport, vada curata ogni giorno come una pratica di equilibrio. Una riflessione intensa sulla “fame” che spinge a superare i propri limiti, sul valore del team e sul confronto — prima con gli altri, poi con se stessi. FRAMMENTI INTERVISTA
Intervista a Braksa
Il ring come simbolo di vita e resistenza: cos’hai imparato da quella sensazione di “colpo e risposta” che racconti in “Fight Club”?
Questo colpo e risposta, che si traduce in attacco e difesa, è cruciale per interpretare la nostra quotidianità. Nel corso della nostra vita non saremo sempre in una posizione di attacco o privilegiata, quindi dobbiamo imparare a difenderci, a schivare i copi e a creare strategie per andare avanti. Questa forma di resistenza e resilienza è alla base di ogni incontro e della vita in generale, ad esempio si applica anche alla musica.
Nel brano sembri trasformare la rabbia in energia vitale. È più una canzone di lotta o di rinascita?
La rabbia è un’espressione attiva del dolore, da cui deriva la mia linfa vitale: la stessa che mi spinge a scrivere canzoni o a salire sul ring, quella che io chiamo “fame” deriva da qualcosa che manca dentro di te e che cerchi di colmare con uno scopo.
“Fight Club” è un manifesto degli sport da combattimento, che si può interpretare sia come lotta che rinascita, in base alla fase della vita che ognuno di noi sta vivendo. Queste due anime sono alla base delle dinamiche del ring, che accennavo nella domanda precedente, quindi si può definire sia di lotta che di rinascita.
Hai detto che questi sport insegnano il rispetto. Pensi che anche la musica possa essere una forma di disciplina e di equilibrio?
Ogni forma artistica prevede sicuramente una libertà di percorso maggiore rispetto agli sport da combattimento, in cui bisogna per forza di cose allenarsi duramente e passare da una palestra per raggiungere dei risultati atletici. Personalmente cerco di interpretare così anche la musica: per me non è un esercizio di stile, ma una forma d’espressione che va curata e coltivata ogni giorno, dalla voce alla scrittura, alla conoscenza del piano o della chitarra. Questi sport insegnano il rispetto e anche la musica analogamente dovrebbe unirci, creando connessioni umane e artistiche.
Se dovessi scegliere un’immagine che rappresenta “Fight Club”, sarebbe più il momento del colpo o quello del respiro prima di combattere?
Io credo che il face to face in copertina rappresenti bene il “Fight Club”: è il momento dello scontro, che può essere con un avversario oppure con te stesso, la resa dei conti, il momento più importante. Per me “Fight Club” è anche una cosa di famiglia: significa raggiungere dei risultati insieme a un team, nonostante si tratti di uno sport individuale, avrai sempre qualcuno al tuo angolo.


