"Charlotte Cardinale: 'Scrivo per sopravvivere. Il mio dolore diventa musica'"

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5/29/20251 min read

In un panorama musicale spesso frenetico e rumoroso, Charlotte Cardinale sceglie la via della delicatezza e dell’introspezione. Con il suo nuovo singolo “Deserti Abitati”, l’artista ci invita ad attraversare il silenzio del dolore per trasformarlo in uno spazio vivo, condiviso. In questa intervista ci racconta il potere salvifico della scrittura, la fatica del donarsi con sincerità e il bisogno, oggi più che mai, di musica che sappia accogliere e restituire senso anche nei momenti più bui. Una conversazione intima e autentica, che mette al centro la fragilità come forza creativa.

“Deserti Abitati” nasce da un luogo autentico e fragile, ma con una forza silenziosa. In che modo il dolore che racconti si trasforma in possibilità, in apertura verso l’altro?
Cerco in tutti i modi di trasformare il dolore in musica, non per vezzo ma per necessità. Non è semplice sfogare le proprie frustrazioni nella vita quotidiana, tengo tutto dentro e uno dei pochi metodi che ho per tranquillizzarmi è scrivere e sedermi al pianoforte. Se poi riesco a tirare fuori un brano che racconta il mio dolore, sono davvero felice.

Nel tuo percorso c'è una costante ricerca di verità e delicatezza. Cosa significa oggi per te “donarsi” attraverso una canzone, soprattutto in un mondo che sembra correre senza ascoltare?
Donarsi con tutta la sincerità possibile è l’unico modo esistente ad oggi per fare musica vera, io apprezzo chi sa ascoltare, chi si ferma a decifrare un testo o ascoltare una melodia diversa. Continuerò a farlo per loro e per me.

La metafora del deserto abitato è potente: c’è un’immagine, un ricordo o un suono preciso che ha dato il via a questa ballata?
Il brano nasce in un momento in cui i conflitti mondiali e le notizie disastrose sembravano schiacciarmi, non riuscivo a trovare un modo per essere utile e per cambiare le cose, nel mio piccolo ho voluto scrivere questa canzone.