Com’è andato il live di Olly l’8 ottobre all’Unipol Arena a Bologna?

CONCERTI & LIVE

Karen Zardi

10/10/20251 min read

Un vortice di energia, sincerità e cuore.

Olly apre il suo show con un mix house dei suoi brani: un’intro esplosiva che trasforma subito l’Unipol in un’unica pista. Poi entra, saluta Bologna e inizia la festa — letteralmente — con “È festa”, “L’anima balla” e “Polvere”.

Tre brani e il pubblico è già suo.

“L’Unipol è il posto più grande in cui abbia mai suonato”, confessa con la voce che trema. Si ferma, respira, promette di dare tutto — e mantiene la promessa. Parte “Il brivido della vita”, poi “Una vita” e “Un’altra volta”, mentre un sax disegna un’atmosfera più intima prima di lasciar spazio al caos di “Paranoie” e “A noi non serve fare l’amore”.

Olly gioca con i contrasti: crea intimità, poi la rompe in un’esplosione di suoni e luci.

Rende omaggio a Pino con “Occhi color mare”, si diverte a raccontare aneddoti come quello de “La lavatrice si è rotta”, fa battere le mani in “A squarciagola”.

Non è solo un performer: è un amico sul palco. Si preoccupa del pubblico, brinda con la band prima di “Canto alla luna”, e apre il cuore con “Bianca”, “Nevrotico” e “Per due come noi”.

Poi torna il fuoco con “Depresso fortunato”, “Scarabocchi” e “Quei ricordi là” — un crescendo di ritmo e libertà.

Tra risate, “tanti auguri” improvvisati e un pubblico in delirio, arriva “Fammi morire”, in cui si stende a terra per poi ballare come un ballerino classico.

Il finale è un abbraccio collettivo:

“Balorda nostalgia”, “I cantieri del Giappone”, “Questa domenica”, “Sarà che buio”, “Si me la vivo così”, e infine la chiusura intima di “Dimmi che ne sai”, solo voce e chitarra.

Ma quando sembra tutto finito, arriva l’ultimo colpo: “Devastante”.

Un’esplosione finale che fa tremare l’Arena e lascia tutti con il sorriso e la voce spezzata.

Olly lascia il palco visibilmente emozionato, e il pubblico altrettanto.

Un concerto che racconta chi è: autentico, ironico, travolgente.

Con un’anima che balla davvero, e con un’unica, grande certezza che dà senso a tutto il suo tour:

“Tutta vita?” – sì, tutta.