Diodato illumina Cervia con una carezza di umanità

CONCERTI & LIVE

Martina Golinucci

7/28/20255 min read

25 luglio 2025: Diodato illumina Cervia con una carezza di umanità nella settima data del suo ESTATE 25

La visita di Diodato alla città marittima di Cervia ha portato un regalo prezioso: un concerto addolcito dalla poesia, dall’emotività e dalla riflessione personale e collettiva, capace di far andare Piazza Garibaldi in sold-out.

Diodato, con la sua voce delicata come una carezza ha dato vita a una esibizione intima e toccante, bilanciata con la sorprendente capacità dell’artista di tenere il palco e di connettersi con il pubblico non soltanto a parole, ma anche con la guida dei suoi gesti.

Il concerto ha rappresentato un'occasione per prendersi un momento per se stessi e ascoltarsi senza barriere, per far risuonare le parole dell’artista dentro di sé e accogliere la potenza disarmante dell’emotività.

Atmosfera soffusa

Il pubblico è stato sospeso tra luce e nebbia per tutta la sera.

Il gioco di luci, ombra e fumo nato sul palco ha contribuito a rappresentare visivamente ciò che è la musica di Diodato: un’alternanza di nebbia e ombra, ovvero di momenti di inquietudine e fragilità personale, e di luce, ovvero di momenti di consapevolezza che nascono grazie alla forza della riflessività e dell’umanità.

Dal punto di vista scenografico, l’esibizione si è aperta dando un messaggio importante: il palco sarà spoglio. Diodato è infatti entrato in scena nel buio, solo, accompagnato unicamente dalla sua chitarra.

Questa scenografia minimalista è stata scelta per impostare il punto di fuga unicamente sull’artista e i membri della sua band, con l’obiettivo di dare piena voce al messaggio musicale.

Presenza scenica magnetica

Un aspetto che sorprende di Diodato è la sua presenza scenica, sotto due punti di vista: la capacità di rapire lo spettatore anche da fermo con le sue doti comunicative vocali ed espressive e la sua gestione della corporeità.

Diodato ha infatti utilizzato la plasticità del corpo come veicolo espressivo: ha assorbito la musica per farla propria e lasciarle totalmente il controllo della sua anatomia. In questo modo, ha espresso al meglio l’essenza dei brani in toto o di loro segmenti particolari che, così, sono stati rafforzati visivamente.

Esempi lampanti sono stati l’interpretazione corporea di Ormai non c’eri che tu e di Cucurrucucù paloma.

Nella prima, l’artista ha dato vita con la sua gestualità delle mani e delle braccia prima allo sbocciare del fiore dell’amore, poi al bruciare del cielo allungandosi verso l’alto e cercando di raggiungerlo con il tocco della sua mano.

Nella seconda, sempre con gli stessi arti, Diodato ha dato immagine a una colomba che dispiega le ali nel cielo per vivere la sua libertà, invitandola a liberarsi dal pianto.

La scaletta dell’animo umano

A Cervia, abbiamo assistito a una scaletta piena di significati diversi, composta da un ventaglio di brani molto variegato nei temi. In questo modo, Diodato ha rappresentato tutte le complesse sfaccettature dell’animo umano.

Esempi sono stati la scelta di Adesso, Alveari, Così speciale, La mia terra, Un Atto Di Rivoluzione e Patologia.

Adesso invita a dare attenzione al presente, a toccare con mano la realtà concreta, non virtuale. A perdersi nell’umanità dell’emozione, nei raggi della luna, nei discorsi con i propri cari e nella calma delle passeggiate per strada. Ci vuole coraggio a vivere la bellezza naturale dell’Adesso rinunciando alla comodità delle illusioni, ma è fondamentale perché, in realtà, è tutto ciò che abbiamo.

Alveari ricorda l’importanza di cadere. Noi viviamo la vita dando per scontato che la realtà sia solida come un blocco di cemento. In realtà, non è così: il filo della vita è sottile e noi viviamo costantemente cercando di rimanere in equilibrio su di lui. Dobbiamo tenerlo a mente perché è nel momento in cui cadiamo dal filo che ci ricordiamo del valore dell’invisibile, ovvero dell’imperfezione, dell’umanità e dell’emotività.

Riprendendo il tema della presenza scenica, durante lo strumentale Diodato ha simulato un tentativo di restare in equilibrio sul palco.

In Così speciale impariamo che l’amore di una persona non può colmare un vuoto interiore. La canzone orbita attorno a tempi difficili, utilizzando l’immaginario della pandemia da Covid, che causano un’inquietudine radicata. La soluzione per scacciarla via sembra la consolazione dell’amore perduto, che in realtà non basta.

Nella deandreiana La mia terra si palesa il tema della guerra e delle sue conseguenze sulle vite ordinarie. Nel brano vivono due amanti che, nonostante la realtà attorno a loro si stia sgretolando nella distruzione bellica, riescono a tenere accesa la propria luce tramite il sogno di un futuro migliore, dove la loro terra appare bellissima come nei ricordi lontani.

Un Atto Di Rivoluzione descrive la missione che ha la musica per Diodato. L’atto rivoluzionario è emozionarsi insieme condividendo la musica che, essendo un piccolo grande atto di umanità, consente di connettersi con se stessi e acquisire consapevolezza in un tempo in cui l’artificialità e la costruzione possono avere la meglio.

Patologia è un brano estremamente originale sull’abitudine di mettere in ordine le cose per mettere ordine alla propria mente. È un’usanza inconscia ma molto diffusa che dà pace, placando la corsa dei suoi pensieri. Il brano è stato coerentemente accompagnato da luce verde, colore che tradizionalmente è associato alla rappresentazione della calma.

Menzione d’onore va a Ma che vuoi, brano dall’anima rock che ha fatto scatenare il pubblico, e all’intimista Babilonia, primo singolo di successo generalista dell’artista presentato a Sanremo 2014.

Battersi per il proprio pensiero

“Ognuno di noi può fare la differenza” - Diodato.

Durante il discorso introduttivo dedicato al suo ultimo singolo Non ci credo più uscito ad aprile 2025, Diodato ha approfondito un tema molto importante: il valore della fedeltà al proprio pensiero.

Il brano invita a non credere alle voci delle persone che ci spingono a spegnerci, a diventare automi e ad appiattire la nostra persona solo perché è visto come il modo più efficace per sopravvivere alla morsa della storia che ci circonda.

Diodato ha invitato il pubblico a pensare che non è vero, e che “Ognuno di noi può fare la differenza” perché è la forza del nostro pensiero individuale a renderci unici e in grado di costruire una realtà migliore.

Un abbraccio collettivo

In seguito a Di questa felicità, la scaletta è stata dedicata al sentimento dell’amore in tutta la sua potenza.

In particolare, durante Molto amore Diodato ha invitato tutto il pubblico ad abbracciarsi, che ha seguito la canzone cullandosi nella sua melodia. L’invito a cantare in coro e la vicinanza fisica condivisa dal pubblico hanno contribuito a creare un’atmosfera gioiosa di tenero apprezzamento verso l’amore.

Un augurio alla vita

Diodato ha scelto di chiudere il concerto con Che vita meravigliosa, augurando un proseguimento di vita straordinario a chi gli è stato vicino per ascoltarlo.

Durante il brano, il pubblico è stato invitato a raggiungere il cantante ai piedi del palco, in modo da poter celebrare la vita insieme e riuscirsi a salutare il più intimamente possibile.

La missione di Un Atto Di Rivoluzione a Cervia è stata compiuta al migliore dei modi: la musica di Diodato è diventata un ponte tra storie di vita lontane, che si sono integrate, immedesimate e curate nella sua voce.

Il rumore di Diodato ci conviene, e siamo grati di averlo potuto condividere.