“Funk You”: Pietro Falco e il funk come arma contro l’overthinking

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5/21/20251 min read

In un mondo che corre a ritmi frenetici, l’elettrizzante EP “Funk You” di Pietro Falco arriva come un pugno di groove nello stomaco, pensato per liberare la mente dal sovraccarico quotidiano. In questa intervista, Pietro ci racconta come è nato il progetto, quali suggestioni siciliane hanno alimentato la sua ispirazione e quale traccia diventerà il mantra della sua personale rivoluzione anti-overthinking.

1. Cos’è “Funk You” per te, e perché il funk è la tua arma contro l’overthinking?

Una valvola di sfogo in un momento in cui tutti noi andiamo troppo di fretta. È un album nato in un momento in cui non avevo intenzione di scrivere, voleva venire al mondo a tutti i costi. Il funk è un tipo di musica che ti entra nello stomaco. È il genere che più di tutti ti fa muovere la testa, sposta i tuoi pensieri senza che tu te ne accorga.

2. In che momento siciliano hai sentito esplodere l’urgenza di scrivere queste dieci tracce?

Mi sveglio molto presto di mattina e di notte penso tanto, purtroppo. Una mattina ho preso la chitarra e sono andato a suonare in spiaggia. Pensavo al ‘modus vivendi’ della maggior parte di noi che viviamo in questa strana epoca e al fatto che molto spesso venga in evidenza solo il peggio dell’essere umano. Quella mattina ho cominciato a buttare giù alcune frasi che poi sono diventate Pagliacci, Disagio, Valeriana e tutte le canzoni che oggi fanno parte di Funk You.

3. Se dovessi far muovere il pubblico con un unico groove dell’EP, quale sceglieresti e perché?

Difficile! Però ci provo…
Forse Effetto che mi fai, sia per la musica che per il testo. La canzone racconta del fatto che se guardiamo “fuori dalla finestra” spesso vediamo solo disagio. Ci perdiamo cercando soluzioni e palliativi chissà dove e alla fine li abbiamo dentro casa, dentro di noi, in quelle piccole cose che ci fanno stare bene. Bisogna coltivare il nostro piccolo angolo di felicità.