Fuori fuoco: l’esordio di Camelia tra sogni lucidi e club immaginari

Ci sono dischi che sembrano parlare chiaro, altri che invece sussurrano da lontano, come se venissero ascoltati attraverso un vetro appannato. Fuori fuoco, il primo LP di Camelia, appartiene a questa seconda categoria: un progetto che non grida, ma lascia tracce, che non vuole definire tutto ma accettare il disordine delle emozioni.

Classe 1999, Camelia – nome d’arte di Arianna Casano – arriva dalla Liguria ma porta nel cuore una geografia emotiva più ampia, divisa tra i paesaggi familiari di casa e le esperienze vissute all’estero, in particolare in Germania. È proprio questo dualismo a diventare la chiave narrativa di Fuori fuoco, uscito il 24 giugno 2025 per Costello’s Agency con distribuzione Artist First.

Il disco si muove su due binari emotivi: da un lato i brani più ritmati, dal sapore pop elettronico (Fulmini, Loop nella testa, Love), dall’altro pezzi introspettivi e ipnotici che sembrano affiorare da uno spazio interno e fragile (Sogno lucido, Ipnotica musica, Cenere sulla pelle). Al centro, il senso di sospensione, come se ogni canzone fosse un tentativo – riuscito o meno – di mettere a fuoco qualcosa che ci sfugge.

Il titolo Fuori fuoco non è una posa estetica, ma un modo di stare nel mondo: racconta la fatica di definirsi, l’inquietudine dolce di chi cerca di vedersi da fuori per capirsi meglio dentro.
Camelia lo fa con uno stile personale e delicato, lontano da sovrastrutture, con una voce che accarezza più che colpire.

«In questo disco ci sono due realtà vissute: quella in Germania e quella in Italia. La prima è fatta di notti, club, attimi fuggenti. La seconda è legata al passato, alla malinconia, a un amore che non riesce a staccarsi da te».

La produzione, curata da Edo Nocco, accompagna le parole con una cura minimalista, lasciando che le atmosfere elettroniche si adattino alle emozioni senza sovrastarle. Fuori fuoco è un disco che non cerca risposte, ma accoglie le domande. Non pretende di essere nitido, ma sincero sì.

Ed è proprio nella sua imperfezione trasparente che Camelia riesce a colpire: come certi ricordi che, anche se sfocati, restano addosso.

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Un LP che danza tra malinconia, introspezione ed elettronica emotiva