Il ritorno autentico di Lorenzo Fragola tra desideri, consapevolezza e TikTok improvvisati

INTERVISTE

Alessia Conti

7/2/20254 min read

Dopo un po’ di silenzio discografico, ha deciso di rompere il ghiaccio con un brano nato di getto, senza troppi ragionamenti, ma con tutta la voglia di tornare a farsi sentire — e soprattutto vedere.

Abbiamo chiacchierato con lui tra estate, ricordi, paure da affrontare e desideri non detti (che poi sono quelli che ispirano di più). Ne è uscita una conversazione vera, senza pose, dove si parla di musica, ma anche di crescita personale, sbagli e nuove consapevolezze.

1. Siamo qui per parlare del tuo nuovo singolo 1XTE1XME, che hai presentato in Piazza del Popolo a Roma: com’è stato tornare su un palco così importante con un nuovo singolo?

È stato molto bello. Non ho sentito l’ansia di trovarmi davanti a tante persone: il palco, in realtà, mi è familiare, non è un luogo che mi mette a disagio. Durante l’esibizione mi sono concentrato sui volti del pubblico, cercando di cogliere le loro reazioni. Vederli ballare, saltare, partecipare, mi ha fatto sentire di aver fatto centro.

Uno dei momenti più emozionanti è stato quando ho scoperto un TikTok in cui un padre e un figlio improvvisavano un balletto proprio su “1XTE1XME”, coinvolgendo altre persone in una coreografia nata sul momento. È stato un piccolo segnale che mi ha dato sicurezza e tranquillità, soprattutto dopo tanto tempo senza pubblicare nuova musica. Mi nutro di queste cose, ed è stato davvero energizzante.

2. Il brano è uscito d’estate, un periodo che sembra ricorrente anche nel tuo processo creativo. Cosa rappresenta per te l’estate?

L’estate è la stagione in cui, più di tutte, avvengono i momenti chiave della crescita personale. Soprattutto durante l’adolescenza, ma anche oggi, mi accorgo che in estate faccio dei passi avanti. La libertà che accompagna questo periodo ti permette di scegliere dove posare la tua attenzione, e questo finisce per rivelarti molto su te stesso.

L’estate, quindi, non è solo leggerezza e divertimento, ma anche confronto interiore, crescita, collezione di ricordi. E questi ricordi, inevitabilmente, hanno a che fare con le relazioni: con le persone e con i legami che si creano.

3. A proposito di ispirazione: c’è qualcosa che ti stimola a scrivere, che sia in estate o in altri momenti dell’anno, anche in quelli difficili?


Non credo ci sia un luogo preciso che favorisca la scrittura, ma trovo molta ispirazione nell’osservare le persone e cercare di comprenderne i desideri – soprattutto quelli non realizzati.

Mi piace immedesimarmi nei loro sogni, immaginare cosa vorrebbero, cosa manca nelle loro vite. A volte quei desideri li ho vissuti anch’io, quindi scrivere diventa un modo per raccontare una parte di me. Altre volte semplicemente li riconosco, ci entro in empatia. È da lì che spesso parte tutto.

4. Sono passati alcuni anni dal tuo ultimo progetto. Ti senti cambiato nel modo in cui affronti la musica?

Non riesco a valutarmi del tutto da fuori, ma credo che, almeno a livello di stato d’animo, il mio approccio sia cambiato. Ora mi sento molto più a mio agio, soprattutto quando mi trovo in studio con altre persone. Prima avevo spesso il timore del giudizio: mi chiedevo se ciò che avevo scritto fosse abbastanza, se la linea melodica funzionasse davvero.

Oggi quella paura non c’è più. Se qualcosa non riesce, semplicemente lo accetto. Non metto più in discussione il mio valore per un errore o una sessione che non porta a nulla. So che ci sono atmosfere in cui non riesco a dare il massimo, o ambiti che non mi appartengono, e va bene così.

La consapevolezza dei propri limiti è un traguardo importante. Non sento più il bisogno di dimostrare di poter fare tutto. E se una cosa non va, non significa dover distruggere tutto da capo. La sicurezza non viene dalla conferma degli altri, ma dall’esperienza e dalla fiducia che si costruisce nel tempo.

5. C’è un messaggio che speri arrivi a chi ascolta il tuo nuovo singolo?

Non ho scritto “1XTE1XME” pensando a un messaggio preciso. È nato velocemente, in modo molto naturale. Una volta pubblicata, la canzone non è più solo mia: diventa degli altri. Ognuno ci costruisce sopra il proprio significato, magari diverso da quello che vedrei io.

Ed è proprio questo, secondo me, il bello della musica: la capacità di attivare qualcosa in chi ascolta, di aprire domande, suggestioni, mondi immaginari. Se una canzone riesce a fare questo, ha fatto centro.

6. Viviamo in un’epoca che corre veloce, tra release continue e la pressione a realizzarsi sempre. Che consiglio daresti ai più giovani che sentono questa frenesia addosso?

Mi sento fortunato: ho avuto il privilegio di potermi permettere una pausa, cosa che purtroppo non è scontata per tutti. Ma due cose le ho imparate e vorrei condividerle.

La prima è che bisogna darsi il permesso di sbagliare. Fare scelte sbagliate, cambiare idea, ricominciare: tutto questo è parte del percorso. Sbagliare non significa non valere. Anzi, solo chi ha valore riesce a riconoscere i propri errori e ripartire.

La seconda riguarda la paura. È una sensazione potentissima, anche fisica, e a volte irrazionale. Ma va affrontata, guardata in faccia. Bisogna chiedersi: qual è davvero il peggio che può succedere? Cosa mi fa così paura? Quando riesci a mettere a fuoco, spesso trovi anche la forza per fare la scelta che ti serve.

Quindi: gestire la paura e accettare l’errore. Entrambe le cose vanno nella stessa direzione, quella dell’autostima. Il valore personale non lo decide un inciampo. La paura a volte è il sintomo di qualcosa di necessario che devi mettere in atto nella tua vita.


7.
“1XTE1XME” anticipa un progetto più ampio?

È l’ultimo brano che ho scritto e ne ho già diversi pronti, che finiranno in un disco. Non so ancora se sarà un unico album o magari due. Per ora non sto seguendo strategie precise: volevo semplicemente ricominciare e “1XTE1XME” è stato il punto di partenza più naturale.

8. E per quanto riguarda i concerti?

La priorità ora è pubblicare con continuità. Non mancano i brani, ma ho bisogno di dar loro un ritmo. Solo dopo aver trovato questa costanza potrò capire qual è il mio spazio nel live. Non si tratta di rientrare in una categoria precisa, ma di comprendere quale forma dare a ciò che sto facendo anche dal vivo.

9. C’è qualcosa che vorresti aggiungere riguardo al singolo, magari qualche pensiero che ti è venuto dopo averlo pubblicato?

È troppo figo questo singolo, bisogna ascoltarlo, yo!

Un palco enorme, una piazza gremita, un padre e un figlio che ballano sotto le note di 1XTE1XME. Potrebbe sembrare la scena di un videoclip, invece è la realtà vissuta da Lorenzo Fragola al suo ritorno live in Piazza del Popolo.