"Luna di Lupo": La Forza della Fragilità e della Libertà di Margherita Zerbini
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5/27/20252 min read


Nel panorama musicale italiano, Margherita Zerbini si distingue per la sua capacità di intrecciare emozioni profonde con sonorità inaspettate. Il suo nuovo singolo, Luna di Lupo, è un viaggio nell’introspezione, una riflessione sulla libertà e sul bisogno di rifugio, un contrasto che emerge con forza in ogni nota. In questa intervista, l'artista ci racconta il processo creativo dietro al brano, i temi che lo attraversano e la sua continua evoluzione sonora.
Preambolo: Un viaggio nella dualità interiore
In Luna di Lupo, Margherita Zerbini esplora quella parte di sé che, tra la fragilità e il desiderio di libertà, cerca un angolo dove trovare rifugio. Il brano è un susseguirsi di emozioni contrastanti, dalla malinconia alla rabbia trattenuta, ma anche una dolcezza che cerca di difendersi. Con un sound che sfida la sua zona di comfort, Zerbini porta l’ascoltatore in un viaggio sonoro che attinge dal pop soul anni ’60, ma si proietta verso nuovi orizzonti di sperimentazione musicale. Abbiamo avuto il piacere di fare qualche domanda all’artista per capire meglio la genesi di Luna di Lupo e come questo nuovo brano stia influenzando il suo percorso musicale.
L’intervista:
“Luna di Lupo” esplora il desiderio di libertà e il bisogno di rifugio: quale angolo nascosto della tua anima ha trovato voce in questo contrasto?
Ho dato voce a quella parte di me che ha imparato a convivere con il senso di disorientamento. Quell’angolo nascosto è fatto di malinconia e rabbia trattenuta, ma anche di una dolcezza che si difende. Il brano è come uno sfogo sussurrato sotto le lenzuola, dove si può essere fragili senza vergogna.
Il cane lupo che rincorre la luna è una potente immagine di ciclicità e ricerca impossibile: in quale momento del tuo percorso ti sei sentita più vicina a quel lupo notturno?
Mi ci sento vicina ogni volta che inseguo qualcosa che forse non si lascia afferrare: una risposta, una tregua interiore. Ma è proprio in quello spazio sospeso che trovo senso.
Il brano parla di schemi ripetitivi e giudizio esterno: come hai trasformato quella sensazione di intrappolamento in un motore creativo piuttosto che in un ostacolo?
Scrivere è sempre stato il mio modo per rielaborare il caos. In questo brano, la ciclicità diventa un loop sonoro ma anche sensibile, che ho scelto di affrontare piuttosto che subire. La musica mi ha aiutata a trasformare la frustrazione in movimento, l’inadeguatezza in consapevolezza.
Dopo “Scarabocchi” hai spinto i tuoi confini sonori verso il pop soul anni ’60 e oltre: come immagini che “Luna di Lupo” ti guiderà oltre la tua comfort zone nei progetti futuri?
“Luna di Lupo” ha aperto un varco verso una scrittura più istintiva e meno filtrata. Sto iniziando a trovare, grazie al mio produttore Emanuele Santona, un mio modo di fondere l’elettronica con strumenti acustici, senza forzature. Mi interessa creare spazi sonori che siano caldi ma anche un po’ inquieti. Nei progetti futuri voglio continuare a esplorare questo equilibrio tra scrittura emotiva, sperimentazione sonora e testi che spingono dove fa un po’ male.
Con Luna di Lupo, Margherita Zerbini non solo esplora se stessa, ma invita anche gli ascoltatori a fare lo stesso, tra le ombre e le luci della propria anima. La sua evoluzione sonora è un percorso di scoperta, sperimentazione e introspezione, dove ogni nuova traccia rappresenta un passo oltre i limiti precedenti. Non vediamo l'ora di scoprire dove questo viaggio la porterà nei prossimi progetti.