
L’uomo dei cerchi azzurri di Alice Caronna: l’amore che cammina in equilibrio sulle domande
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Martina Golinucci
7/31/20253 min read


L’ultima pagina di una storia d’amore intensa non è facile da scrivere. Quando la voltiamo e chiudiamo il libro di una relazione profonda, restiamo soffocati da una nebbia di dubbi e domande che non possono avere risposta.
Questa è la scena in cui veniamo proiettati in "L'uomo dei cerchi azzurri", il nuovo singolo di Alice Caronna disponibile da venerdì 18 luglio in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale.
La musica dell’incertezza
Il singolo ruota attorno alla riflessione intima che si riscontra nel delicato momento dopo la fine di una relazione.
Nel brano, la protagonista è percossa dalle domande: non riesce a comprendere se l’amore vissuto che l’ha consumata sia stato reale o soltanto un’illusione.
Quella relazione per lei rappresenta l’unica cosa che conosce: per questo, l'idea di lasciarla al passato la terrorizza. Alice non ricorda più chi era prima di viverla, e sembra che andare avanti significhi anche abbandonare se stessa.
Di conseguenza, il sentimento provato resta congelato e sospeso nella paura di essere dimenticato.
Io ti amo… o forse no
L’ascolto si apre con il timbro profondo, sussurrato e fortemente espressivo di Alice Caronna, capace di attenuarsi o intensificarsi nei momenti giusti. In più, il brano è interpretato con grande fragilità, delicatezza e dolcezza. In questo modo, l’artista abbraccia e fa breccia nel cuore dell’ascoltatore con grande efficacia.
Particolarmente intenso è il momento in cui l’artista sussurra “io ti amo” mentre gli strumenti si affievoliscono e la sua voce si spezza. Questa scelta trasmette a pieno tutto il dolore vissuto e l’ultimo bagliore di un grande sentimento.
Poi, dopo una piccola pausa che fa cadere queste parole nel vuoto della riflessione, la voce di Alice esplode con “o forse no” in tutta la sua potenza vocale.
Questo cambio dinamico dal forte contrasto esprime a pieno la frustrazione del momento post-rottura in cui si cercano senza sosta le risposte che non si possono avere.
Il fiume dei sentimenti
Il ritmo di “L’uomo dei cerchi azzurri” ricorda lo scorrere di un fiume: alla sorgente fluisce debole, per poi arricchirsi di emozioni energiche, ingrandirsi ed accelerare la sua corsa.
Ciò è riscontrabile nell’inizio, in cui l’artista apre il brano con dubbi fievoli carichi di tristezza e timore.
“La paura che scivoli via tutto quello che provo per te
La paura di non riuscire più a scriverti una canzone nuova”
Poi, la tristezza lascia spazio a rabbia, frustrazione e ansia: il dubbio di aver costruito una relazione artificiale e non sincera dà l’impressione di essere stati ingannati, da cui derivano queste emozioni di protezione.
In questo tratto, il ritmo della canzone si fa più veloce, le parole più incalzanti e incasellate sempre più vicine. Così, veniamo immersi nella nuvola di pensieri in corsa della protagonista, fatta di mille ipotesi che affollano la sua mente in seguito alla perdita dell’amata.
“Che abbiamo idealizzato questo grande e fottutissimo amore
Come se fosse l’unica cosa che conosciamo, l’unica cosa a cui ci aggrappiamo,
l’unica cosa che giustifichiamo”
In seguito, il fiume si stringe nel “ti amo” sussurrato per poi riprendere la sua corsa nel ritornello e ritornare al suo percorso originario nelle strofe successive.
Un ponte tra musica e letteratura
L’elemento più originale del brano è sicuramente il parallelismo tra musica e letteratura.
Nel bridge, ovvero nel ponte della canzone, si palesa l’elemento che ispira il titolo: il romanzo “L’uomo dei cerchi azzurri” di Fred Vargas, regalato dalla persona amata alla madre della protagonista.
Il libro diventa un elemento di premonizione: nella sua trama si sviluppa una storia d’amore di sottofondo, distante e velata, e caratterizzata da una particolare intesa mentale che però resta irrisolta.
Alice però, a differenza dell’esito dell’opera, non cerca né una corsa alla stazione né un bacio finale, arrivando lentamente ad accettare che la chiave per la fine della sofferenza è in realtà smettere di rincorrere e che il senso di quella fine che la attanaglia di domande si potrà trovare soltanto “in un libro diverso”.
Interessante è che la rivelazione del titolo avvenga proprio nella sezione del brano chiamata “ponte”, una scelta che assume un doppio significato. Oltre a essere un elemento strutturale della canzone, il ponte diventa simbolicamente un collegamento tra musica e letteratura. La canzone si trasforma così in un ponte tra queste due arti, che si intrecciano e si completano a vicenda.
I cerchi che non si chiudono
Come nell’omonimo libro, Alice Caronna ci consegna un brano in cui i cerchi azzurri delle domande restano irrisolti. D’altra parte impariamo che, a volte, il vero coraggio risiede nel lasciare il mistero irrisolto e cercare il lieto fine in una storia nuova, pur sempre mantenendo un ricordo rispettoso, dolce e vibrante di ciò che è stato.