“Margherita” e l’arte di sorridere sotto la pioggia

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6/27/20252 min read

Dopo l’esperienza a Musicultura e la firma con Honiro, ioemeg torna con un brano che è insieme confessione e liberazione, dove il sarcasmo diventa uno strumento per raccontare le fragilità con leggerezza e coraggio.

In questa intervista, le abbiamo chiesto di spiegarci cosa c’è dietro le sue parole, come si impara a bastarsi da soli, e quanto costa rimanere autentici in un panorama urban-pop sempre più affollato.

“Margherita” è una canzone che fa male ma sa farci ridere anche quando piove dentro. Quanto conta, per te, l’ironia nel trasformare un dolore in canzone?
Per me l’ironia – e anche il sarcasmo – sono tra le forme d’espressione più potenti che esistano. Ti permettono di raccontare cose profonde, spesso dolorose, con una leggerezza che le rende ancora più vere. È un modo per alleggerire senza sminuire. Nella vita, come nella scrittura, per me contano tantissimo.

C’è una frase del brano che dice: “ma con te mi paiono le Hawaii”. In che momento hai capito che l’amore può essere paradiso anche se la realtà sembra tutto tranne che perfetta?
Credo che l’amore diventi paradiso proprio quando la realtà non lo è affatto. Non c’è un momento preciso in cui lo capisci: lo senti. Ti attraversa come un lampo, tutto si accende per un istante – anzi, per quell’ istante – e basta quello a cambiare tutto.

Dopo Musicultura e la firma con Honiro, “margherita” arriva come un biglietto da visita emotivo. Se fosse una fotografia, cosa ci sarebbe dentro quella scena?
Più che una fotografia, sarebbe un collage – un montaggio di momenti rubati: io che mangio la pizza da sola, su un marciapiede, in un parco, a casa. Scene in cui credevo di dover per forza avere qualcuno accanto, quando in realtà stavo già imparando a bastarmi da sola. E quella consapevolezza è il centro dell’inquadratura.

Scrivere e cantare per chi ha “il cuore tra i denti”: quanto è difficile oggi restare autentici nella scena urban-pop, e cosa non sei disposta a sacrificare per arrivare?
Essere autentici, secondo me, dipende solo da quanto sei disposto a conoscere – e riconoscere – te stesso. L’autenticità si vede nei piccoli gesti quotidiani, nelle scelte che fai anche quando nessuno ti guarda. Io non sono disposta a sacrificare la mia verità, la mia libertà. Perché so quanto ho lottato per essere quella che sono, e nessuno potrà farmi credere che non ne vale la pena.

C'è una canzone che si chiama “Margherita” e, no, non parla solo di pizza o fiori, ma di quel tipo di dolore che riesce a farti sorridere anche quando fa male.