MATÍS torna con “Come fanno gli altri”: un abbraccio per chi si perde nei rumori della propria mente

INTERVISTENUOVI TALENTI

Martina Golinucci

7/22/20252 min read

Con questo nuovo brano, MATÍS affronta uno dei nodi più silenziosi ma diffusi della nostra generazione: l’ansia. Quella che blocca, che isola, che fa sentire diversi. Attraverso un sound sospeso tra elettronica e jazz e un testo tanto diretto quanto delicato, l’artista regala uno spazio sicuro a chi lotta con le proprie emozioni, mostrando che la vulnerabilità può essere una forza.

Nella nostra intervista, ci ha raccontato com’è nato il pezzo, perché parlare di salute mentale oggi è più che mai urgente e cosa spera arrivi a chi si sente incompreso.

Perché no, non sei l’unico a non riuscire a goderti la festa. E va bene così.

1. “Come fanno gli altri” è un brano che dà voce all’ansia, emozione che attanaglia e rende quasi impossibile esprimersi. La scrittura musicale ti aiuta a fare i conti con questa emozione? In che modo scrivere “Come fanno gli altri” ti ha aiutata ad affrontare quello che provavi?

Assolutamente sì. Il brano è nato di getto, prima nella parte del ritornello. Esprimeva semplicemente una sensazione con cui mi sento di fare i conti spesso. Il tema dell’ansia nei brani è poco trattato, ma in realtà è il problema generazionale di più impatto per noi giovani oggi.

2. Il titolo suggerisce un paragone implicito con chi sembra vivere in leggerezza. Pensi che a livello sociale ci sia una pressione a mettere da parte le emozioni più scomode?

Penso proprio di sì, ciò che è diverso fa sempre paura e chi si sente diverso ha paura di esserlo. Il problema è che i problemi mentali e sociali se soffocati fanno solo più male, quindi normalizzare queste emozioni in una società come la nostra è il primo passo per affrontarle.

3. Parlando di un’emozione poco rappresentata, hai fatto un regalo agli ascoltatori che si sentono incompresi e non riescono a vivere la vita “Come fanno gli altri”. Cosa speri che rappresenti questo brano per loro?

Un modo per dire: “ecco, non sono solo”. A volte non è tutto okay ma va bene così, questo momento passerà.

4. “Se non esco dalla mia testa io non riesco a godermi la festa” è un verso che esprime a pieno le difficoltà di una persona che si interfaccia con l’ansia. Credi che esista un modo per “uscire dalla propria testa” e tornare a dare attenzione a ciò che ti circonda?

Con tanto lavoro su se stessi, la disciplina della mente è un percorso lento e ci vuole tanta tenacia, sicuramente un percorso e tanta pratica può aiutare ad uscire dall’overthinking e godersi “la festa” intorno a noi.

5. Il sound è originale, un mix di elettronica e jazz. Come è nata in te questa esigenza espressiva? In che modo pensi che possa contribuire a raccontare l’ansia?

Sono sempre stata affezionata all’R&B ed al Jazz ma amo anche le sonorità elettroniche, quindi l’idea era quella di congiungere il tutto creando un’atmosfera nuova. Credo che l’ambientazione sospesa che si crea, si connetta bene con il tema trattato.

6. Vedi “Come fanno gli altri” come una evoluzione o svolta nel tuo percorso musicale? In che direzione ti senti spinta grazie a questo brano?

Penso proprio di sì, sia come sound che come temi trattati. Continuerò su questa strada sia come produzioni, che nell’affrontare temi che mi stanno strettamente a cuore.


“Come fanno gli altri” è più di una canzone: è una confessione sussurrata, un grido sommesso che dà voce a chi si sente intrappolato nei pensieri, mentre il mondo sembra danzare con leggerezza.