MOCCI – “Yozakura” e la grazia di ciò che resta, tra pop malinconico e fioriture notturne

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6/20/20252 min read

Ci sono parole che ti scelgono. Non le cerchi, ti arrivano.
Per MOCCI – finalista di Billboard Calls Crème of Talents e voce emergente della nuova scena cantautorale – è successo così con Yozakura, il suo nuovo singolo. Una parola giapponese, incontrata per caso alla fine di un libro, che diventa titolo, simbolo e sintesi di un percorso artistico fatto di scoperte interiori, malinconie condivise e nuove fioriture.

Con sonorità leggere ma profondamente emotive, Yozakura apre il sipario su un progetto discografico atteso per l’autunno: un EP che si annuncia come un viaggio sincero tra fragilità, identità e desiderio di rinascita.

Ne abbiamo parlato con MOCCI in questa intervista che è quasi un dialogo a cuore aperto, tra il significato delle parole, le sorprese della vita e quella voglia di mostrarsi “oltre le ballad e i lacrimoni”.

INTERVISTA A MOCCI

1 – “Yozakura” segna l’inizio di un nuovo capitolo verso il tuo primo EP: com’è nato il titolo e che significato nasconde nel percorso cui ci stai accompagnando?

Sono fermamente convinto del fatto che a volte siano le canzoni a camminare nella direzione dei propri autori per essere realizzate e con Yozakura è stato per me l’esempio più lampante di questo concetto. Mi sono imbattuto in questo termine nel glossario in fondo ad un giallo di un’autrice giapponese e me ne sono innamorato dal primo secondo in cui ne ho compreso il significato. Trovo che Yozakura sia una componente fondamentale dell’EP e ne racchiuda la cruda delicatezza che spero si colga nei miei testi, oltre alle sonorità leggere e malinconiche altrettanto ricorrenti.

2 – Sei stato tra i finalisti di Billboard Calls Crème of Talents e hai conquistato l’attenzione di Billboard Italia con “Il Mare della Grecia”. Come hai trasformato quell’esperienza nella scrittura di “Yozakura”?

La vittoria del concorso ha segnato un momento importante della mia vita ed è stata una bella e repentina presa di coscienza, come una secchiata d’acqua in una torrida giornata estiva, inaspettata e piacevole. Ho cercato di scrivere Yozakura nel modo più spontaneo possibile concentrandomi su alcune esperienze personali, ma l’ho fatto cullato dalla consapevolezza che il mio nuovo team di lavoro crede nel mio progetto e nelle cose che ho da dire con la mia musica.

3 – Il brano mescola leggerezza pop e introspezione cantautorale: che equilibrio hai cercato tra sonorità orecchiabili e profondità emotiva?

Il brano, come spesso accade, nasce da una giornata di lavoro in studio con See Maw (produttore con cui ho la fortuna di lavorare da un anno a questa parte) e la sua stesura si è rivelata straordinariamente veloce e naturale. L’obiettivo di fondo era mantenere la malinconia di fondo del testo, ma proporla in una chiave più uptempo e leggera dal sentore primaverile. Dal flusso di idee condiviso è nato questo sound di cui sono pienamente soddisfatto e che mi è stato di grande aiuto per convincermi ad uscire da una comfort zone fatta di ballad e lacrimoni, per mostrare altre sfaccettature del mio progetto.

4 – Cosa ti ha insegnato il processo di scrittura e produzione con See_Maw, e cosa porterai da qui al tuo prossimo EP in uscita quest’autunno?

Lavorare con un professionista come Simone è per me una scuola e ad ogni session cerco di incamerare il maggior numero di informazioni possibili per applicarle nel brano successivo. Trovo le giornate di lavoro in studio sacre e terapeutiche, ma senza una persona con cui condividere questo momento per me fortemente emotivo troverei complicato riuscire ad aprire i miei diari riversandone il contenuto nei brani. L’EP è il risultato di un lungo processo di crescita personale e non sto nella pelle al pensiero che altre persone possano rendere propri i brani per farli diventare parte della loro vita di tutti i giorni!