Rondine e "Vivi più che mai": l'estate, la leggerezza e quella libertà che ci salva

INTERVISTE

Gabriele Lobascio

7/4/20252 min read

C’è una stagione che sa sospendere il tempo, dove i giorni perdono nome e tutto sembra possibile. L’estate, con la sua leggerezza luminosa, è spesso un punto di svolta: per la vita, per i sogni, per la musica. In questo clima nasce "Vivi più che mai", il nuovo brano di un cantautore che abbiamo imparato a conoscere nel tempo, capace di raccontare i turbamenti interiori con profondità, ma anche con un sorriso.

Dopo la riflessione matura di "Fermare l’età", il suo ritorno profuma di sole e di amicizie, di libertà e di momenti vissuti senza troppi filtri. Un cambiamento che non è solo musicale, ma personale, emotivo, quasi filosofico. In questa intervista parliamo con lui di crescita, sogni, connessioni e dell’importanza di non dimenticarsi delle piccole cose.

L’intervista

"Vivi più che mai" è un inno alla leggerezza dell'estate e alla libertà. Qual è l'elemento che più ti fa sentire "vivo" in questo periodo dell'anno, e come questo si riflette nel brano?
Ció che più di tutto mi fa sentire vivo in questo periodo dell'anno è quella sensazione che solo l'estate ti sa dare di perdere il conto dei giorni, badare meno alla quotidianità e alla solita routine invernale che per molti (me compreso) è nociva.

Nel brano parli di quelle piccole cose che ti fanno sentire vivo, come stare con i tuoi amici e inseguire un sogno. Quanto pensi che la capacità di apprezzare questi momenti sia fondamentale per la crescita personale?
Credo sia fondamentale, l'aria di normalità è forse la più pulita e la più sana che ci sia. Le piccole cose di cui parlo nel brano sono attimi di serenità che mi fanno tenere i piedi per terra. Spesso a inseguire sogni lontani, difficili e a tratti irrealizzabili finisco per dimenticare qual è la vera "strada per la felicità".

Il tuo percorso artistico è stato caratterizzato da un'evoluzione che va dalla maturità raccontata in "Fermare l’età" alla spensieratezza di "Vivi più che mai". Come descriveresti questo cambiamento nel tuo approccio alla musica e alla vita?
L'anno scorso in questo periodo dell'anno è uscita "Fermare l'età", per me ha rappresentato un primo momento di "maturità" personale, in quel momento sentivo bisogno di urlare. Nell'ultimo anno sento di esser cresciuto tanto e forse di aver imparato a vivere con più tranquillità certe cose, ma non per questo con meno profondità. Ho capito che non serve per forza urlare per farsi sentire. Nella musica come nella vita.

Il brano celebra anche la bellezza dei momenti condivisi con gli amici. Quanto pensi che la musica possa essere un veicolo per creare connessioni e momenti di unione tra le persone?
La musica è un potentissimo mezzo di unione e connessione tra le persone e non solo per chi la produce come me, che con essa ho trovato moltissime amicizie. Ma per tutti, oggi più che mai noto la musica essere l'arte più facile, più alla portata di tutti, quella più al centro delle relazioni e delle discussioni tra i ragazzi della mia età e non solo.