
Scrivo con urgenza e senza paura di essere frainteso”: il caos necessario di SANO
INTERVISTENUOVI TALENTI
Gabriele Lobascio
11/17/20251 min read


SANO approfondisce il contenuto emotivo e identitario di Opopomoz, un lavoro che trasforma disordine, rabbia, amore tossico e desiderio di riscatto in materia creativa. Tra la volontà di non piacere a tutti, la libertà di farsi fraintendere e la ricerca di una formula impossibile, l’artista racconta una generazione sospesa tra autodistruzione e lucidità.
INTERVISTA
1️⃣ Il disco parla di caos identitario, amore tossico, bisogno di riscatto. C’è un’emozione che ha guidato più delle altre la scrittura di Opopomoz?
Avevo l'esigenza di raccontare cose che mi erano successe o di parlare a determinate persone in modo velato. Tutte le canzoni avevano questa intenzione. Le emozioni che mi hanno guidato erano necessarie, urgenti; sentivo il bisogno di trasformarle in qualcosa di creativo e di non intelligibile per tutti.
2️⃣ Dici di scrivere “con la furia di chi non ha paura di essere frainteso”. Qual è la cosa che accetteresti volentieri di farti fraintendere pur di restare vero?
Mi faccio fraintendere volentieri: mi piace l'idea che ogni giorno posso pensare qualcosa di diverso, posso comunicare e raccontare qualcosa di diverso che fa parte di me o che farà parte di me. Sono pronto a farmi fraintendere su tutto.
3️⃣ La tua generazione nel disco vibra tra lucidità e autodistruzione. Qual è la domanda che ti tormentava mentre scrivevi e che forse non ha ancora una risposta?
La domanda era: cosa bisogna fare per arrivare a tutti, che è il mio sfizio? Qual è la formula per non scendere a compromessi eccessivi con sé stessi per fare qualcosa di comprensibile? Non ho una risposta. Non si può essere universali. Però mi diverte cercare questa sorta di formula matematica.
4️⃣ L’immagine di Opopomoz come parola magica che attraversa il male per trovare il bene è potentissima. Qual è stata la tua parola magica personale?
Non c'è stata una parola magica personale. Il mio modus operandi è provare a trasporre quello che mi succede in qualcosa di concreto e visualizzabile: canzone, poesia, musica o disegno. Questo mi aiuta a catalogare e trasformare ciò che vivo.


