
Seduta accanto alla noia: l’intimità di Sergio Ruggeri tra immagini, emozioni e verità
NUOVI TALENTIINTERVISTE
4/8/20252 min read


Ci sono brani che non urlano, ma sussurrano. Che non cercano il colpo di scena, ma si insinuano piano, lasciando il segno. Seduta accanto alla noia, l’ultima uscita di Sergio Ruggeri, è una canzone che sembra nata proprio così: con delicatezza, ma con un’urgenza profonda. Un ritorno a sonorità intime e malinconiche, che racconta una quotidianità emotiva fatta di fragilità condivise, piccole rivelazioni e quella bellezza sincera che si trova solo quando si smette di voler apparire.
In questa intervista, abbiamo chiacchierato con Sergio di scrittura, immagini, paure ed emozioni che chiedono solo di essere ascoltate. Ecco cosa ci ha raccontato.
“Seduta accanto alla noia” segna un ritorno a sonorità più intime e malinconiche. C’è stato un episodio o un momento particolare che ti ha spinto a scrivere questo brano, o è nato in modo più spontaneo, senza una scintilla precisa?
Non so dirti se c’è stato un reale momento specifico, diciamo che quando devo scrivere una canzone è perché sento che quello è il momento. È difficile spiegarti cosa succede, però è come se fosse già lì pronta e devo solo tirarla fuori. Abbiamo lavorato tanto sulle sonorità che sono uscite e che usciranno in futuro, siamo contenti di come si sposino con i testi.
Nei tuoi testi sembra esserci sempre un delicato equilibrio tra introspezione e racconto visivo. Quanto è importante per te tradurre le emozioni in immagini concrete? Hai mai avuto paura di essere troppo esplicito nel descrivere le tue sensazioni?
Penso di avere uno stile mio. Cerco sempre di essere, come dire, “tangibile”, nel senso che la roba che sento è reale, esiste; tutto quello che ho dentro è quello che c’è fuori. Il fatto è che tutto quello che abbiamo dentro, spesso ci porta a vivere le giornate in un determinato modo. Per me è un periodo in cui scrivo tanto e spero di continuare così. Le canzoni devono essere un mezzo per far capire alle persone che si vive meglio quando ci si apre.
Nel brano parli di vivere davvero qualcuno, accogliendone anche le fragilità. Secondo te, nella musica di oggi c’è abbastanza spazio per questo tipo di narrazione emotiva, o spesso si tende a semplificare i sentimenti?
Dipende cosa si ascolta, ormai di musica ce n’è tanta e la musica per me significa leggerezza, libertà. Se qualcuno, semplificando i sentimenti, riesce comunque ad arrivare all’ascoltatore, fa bene anche così. Io non so se tendo a complicare o semplificare, ma so che voglio fare la mia musica e basta.
Il cinema è stato il tuo primo amore e continua a influenzare il tuo percorso musicale, soprattutto nei videoclip. Se "Seduta accanto alla noia" fosse una scena di un film, quale sarebbe l’inquadratura perfetta per rappresentarlo?
Questa è una delle domande più belle mai ricevute ahaha. Beh, direi che girerei in piano sequenza per tutto il tempo.
🎬 Sergio Ruggeri continua a raccontarsi con sincerità e stile, camminando su quel filo sottile tra malinconia e luce che rende la sua musica così riconoscibile. “Seduta accanto alla noia” è un invito a fermarsi, ad ascoltare, a sentire. E a ricordarsi che a volte, anche la noia può avere una voce bellissima.