Street Jazz Tour 2025: il Manifesto vivo di Shablo sul palco dell’Arcimboldi

CONCERTI & LIVE

Anna Godani

11/13/20252 min read

“E il passato vive nel presente... basta ascoltarlo, e suona di nuovo.” È proprio da questa idea che Shablo ha costruito il suo Manifesto.

Si è concluso ieri, 12 novembre 2025, in maniera memorabile, il suo “Street Jazz Tour 2025”. Il produttore di origini argentine ha portato sul palco del Teatro Arcimboldi di Milano un connubio potente di energia, emozione e nostalgia, capace di avvolgere il pubblico in un’esperienza dalle mille sfumature.

Quello di Shablo è stato un vero e proprio viaggio musicale, articolato in più atti, in cui la musica jazz/soul e quella urban si sono intrecciate continuamente, mantenendo un equilibrio sorprendente e armonioso, che definirei perfetto.

Gli interpreti scelti per accompagnare questo percorso sono stati numerosi e straordinari: voci e presenze sceniche di grande intensità, capaci di raccontare la storia e trasmettere al pubblico l’essenza autentica della musica soul di un tempo, reinterpretata in chiave contemporanea.

Sul palco si sono alternati Joshua, Tormento e Mimì, veri protagonisti della serata, insieme a volti ormai noti della scena pop e rap contemporanea come Rkomi, Irama, Guè, Neffa, Ernia, Inoki e Nayt, con la speciale partecipazione dell’artista belga Yellowstraps.

Sono rimasta piacevolmente sorpresa da questo live: ho percepito la vera bellezza e la complessità della musica, il suo essere senza tempo, intramontabile, capace di attraversare generi e generazioni. Tutto questo grazie a voci calde e passionali, capaci di dare vita a emozioni autentiche e, ovviamente, a Shablo in primis, maestro nel catturare i suoni di un genere assai complicato, rendendoli suoi.

I veri protagonisti, però, sono stati i coristi e i musicisti della piccola orchestra che Shablo ha portato con sé: hanno saputo trasformare ogni momento, ogni intermezzo musicale, in qualcosa di più profondo non solo da ascoltare, ma da sentire, percepire e contemplare, rimanendone ammaliati.

Durante il concerto sono stati eseguiti e reinterpretati vecchi classici della musica black, rendendo accessibile e immediata la comprensione di un mondo musicale spesso considerato complesso e ,ingiustamente, noioso, anche per chi non lo conosceva o non vi aveva mai prestato davvero attenzione.

Un live intimo, toccante e curato in ogni dettaglio; intimo e raffinato, capace di emozionare in ogni momento. Mi sento davvero fortunata ad aver potuto assistere a un’esperienza così autentica.