Tommaso Paradiso e la nostalgia che salva: arriva “Casa Paradiso”

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Gabriele Lobascio

10/28/20251 min read

C’è un filo invisibile che unisce la città, la solitudine e la luce calda di una lampadina accesa. È il filo che attraversa “Casa Paradiso”, il nuovo progetto discografico di Tommaso Paradiso, in uscita il 28 novembre 2025 per Columbia Records/Sony Music Italy.

Anticipato dal singolo “Lasciamene un po’” — tra i più trasmessi in radio nelle ultime settimane — e da un trailer cinematografico con le iconiche voci di Fabio Caressa e Beppe Bergomi, il disco arriva come una sorta di diario urbano e spirituale.
Un racconto domestico, malinconico e poetico, in cui Paradiso sembra tornare a guardarsi dentro con la delicatezza dei suoi esordi.

“Sono incantato dagli avventurieri, ma io sono solo un uomo ossessionato dalle luci delle lampadine.
Non so se fuggo dal malessere o inseguo il benessere. Forse entrambe le cose”, scrive l’artista nella lettera che accompagna l’annuncio.

La poetica della luce e dell’ordinario

“Casa Paradiso” è un album di ritorni, di piccoli gesti quotidiani che diventano rivelazioni.
Niente artificio, solo dettagli: una sigaretta, un tram che passa, la via che sale da Piazzale Flaminio.
È il suono di un uomo che ha fatto pace con la sua inquietudine, e che la trasforma in melodia.

La tracklist è un equilibrio tra leggerezza e introspezione:
“Lasciamene un po’”, “Tornare a casa”, “Comunque splendido”, “Citofonare Paradiso”, fino al brano più curioso, “Ma come fanno i rapper” feat. Setak.

Dal disco ai palasport

L’uscita del disco anticipa il Paradiso Palasport Tour 2026, prodotto da Live Nation, che porterà l’artista nei principali palazzetti italiani da aprile.
Tra le date: Roma (18 aprile), Milano (22 aprile), Bologna (25 aprile), Napoli (30 aprile).

Radio Deejay sarà partner ufficiale del tour, segno di un legame ancora saldo con la dimensione pop del suo percorso.

Un nuovo capitolo, senza maschere

Con “Casa Paradiso”, Tommaso Paradiso sembra scrivere la colonna sonora della sua stessa maturità.
Un disco che non cerca l’euforia, ma la quiete. Che non racconta la fuga, ma il ritorno.
E nel farlo, restituisce al pop italiano il suo lato più umano, fragile e luminoso.