
Ultimo a San Siro, la pioggia non ferma le emozioni
CONCERTI & LIVE
Alessia Conti
7/11/20254 min read


7 luglio 2025. Ultimo ha scritto un’altra pagina intensa della sua carriera tornando sul palco di San Siro con uno spettacolo che, come ha scritto lui stesso nelle storie, “entrerà nella storia”.
Non è solo un modo di dire. Lo dico con la consapevolezza di chi ha vissuto anche la data del 5 luglio, sempre a Milano, ma in due modalità completamente diverse: la prima nel Prato Gold, immerso in mezzo a gente che ballava, cantava e respirava musica in piedi; la seconda, questa, dalla tribuna stampa, con uno sguardo più tecnico, forse, ma un cuore altrettanto pieno.
Nella data di lunedì era presente la pioggia. O meglio, un vero e proprio diluvio. Ormai conosciamo l’ipocondria del cantante, ma che in questo caso non ha assolutamente preso il sopravvento: anzi, nonostante le condizioni meteo avverse, Ultimo è stato più carico che mai, senza esitare nemmeno un secondo.
Da parte dei fan? Nessuno si è mosso. Il Prato Gold era gremito, letteralmente senza spazi vuoti. Anche chi era più indietro, nel Prato normale, si stringeva sotto gli ombrelli o coperto da mantelline tutte colorate, cantando e ballando sotto l’acqua. Nessuno voleva perdere un secondo, nessuno si è lasciato abbattere. Perché il concerto di Ultimo è così: o ci sei dentro, o non puoi capire.
Un palco simbolico e un viaggio di emozioni scenografiche
Il concerto non è solo musica, ma uno spettacolo visivo che meriterebbe un racconto a sé.
La costruzione del palco, imponente e curata nei dettagli, è la cornice perfetta per un viaggio fatto di emozioni. Da sempre, la chiave è il simbolo del cantante, un segno riconoscibile che lo accompagna sin dagli esordi. Durante “Bella davvero”, il nuovo singolo estivo, volano le stelle filanti, regalando un momento di festa e leggerezza. Durante “Peter Pan”, la piattaforma si solleva e Ultimo si alza in mezzo a fasci di luce, quasi sospeso, regalando una scena mozzafiato.
Il finale esplode con quasi tre minuti di fuochi d’artificio, una chiusura spettacolare che lascia il pubblico senza fiato. In tutto questo, non mancano i momenti intimi: il pianoforte, che avrebbe dovuto accompagnare il cantante a mezz’aria, ha subito qualche limitazione a causa del maltempo, ma la musica non si è fermata, anzi.
Le parole non dette, ma cantate
Poco dopo l’inizio, Ultimo ci tiene a mettere in chiaro una cosa importante: “Mi dicono che ai concerti parlo poco, ma quello che voglio dire è tutto nelle canzoni”. Questa frase racchiude il cuore del suo rapporto con il pubblico: la sua comunicazione è fatta di silenzi e di musica, di emozioni che si manifestano senza bisogno di troppe parole. Ogni canzone diventa così un racconto, un pezzo di vita condiviso. Durante brani come “Bella davvero”, “Vieni nel mio cuore” e “Ipocondria”, la tribuna stampa tremava letteralmente, ma non erano solo i pezzi più energici a scuotere San Siro: lo stadio intero era un coro costante, un fiume di voci in piena che accompagnava ogni nota.
Molti lo paragonano a Vasco. So che può sembrare un’eresia per qualcuno, ma chi ha visto Ultimo su quel palco può cogliere il senso del paragone: la potenza, il trasporto, la connessione con il pubblico. Anche chi non lo ascolta abitualmente, lo dice: vai almeno a un concerto, e capirai.
Il potere della luce e dell’unione
Durante “Piccola stella” ogni settore dello stadio si è illuminato, cancellando ogni angolo buio. Sembrava quasi che le luci si fossero accese, creando un’atmosfera magica che ha unito tutto e tutti. Quel momento, amplificato dalla pioggia che cadeva incessante, ha dato vita a uno dei passaggi più emozionanti della serata, un’immagine che resterà scolpita nella memoria di chi c’era. Non è solo uno spettacolo visivo, ma un simbolo potente di condivisione e vicinanza.
Emozioni, abbracci e storie dal vivo
Il concerto di Ultimo non è solo musica, ma è anche lo sfogo di emozioni autentiche. Tra il pubblico si vedono proposte di matrimonio, ragazzi che cantano con tutto ciò che hanno dentro, coppie che si abbracciano e amici che cantano assieme a squarciagola.
È un luogo che lascia ricordi indelebili, un’esperienza che travalica la musica e diventa un momento di condivisione umana intensa. Durante “22 settembre” Ultimo scende verso le transenne e si avvicina al suo pubblico più fedele, quello che per giorni aveva fatto la fila per garantirsi un posto in prima fila. Canta con loro, li saluta, dimostrando quanto questo rapporto sia per lui fondamentale.
Il concerto che continua dopo lo show
Il live di Ultimo non termina quando si spengono le luci e la folla lascia lo stadio. Continua sui social, con scambi di emozioni e condivisione di video e immagini. La logica del “content on content on content” è perfetta per descrivere i suoi concerti: non si tratta di postare solo per mostrare di essere stati presenti, ma per ricordare e condividere quelle canzoni capaci di suscitare emozioni forti. Anche chi non ha potuto vivere il concerto dal vivo riesce, attraverso uno schermo, ad entrare in quella dimensione e ad apprezzarne la forza. Questo è un aspetto che rende la musica di Ultimo un filo che unisce, oltre i confini fisici.
Il finale
Si capisce che il concerto sta finendo quando parte “Sogni appesi”, ma le emozioni non finiscono lì. La chiusura con “Davanti a me Ultimo”, è un modo di ritrovarsi tutti lì, tutti insieme e sentirsi ultimi, ma mai da soli. “Non smettete mai di credere alle favole!”
Milano e la promessa di Roma
Certo, ci sono critiche e “male lingue”, che non stiamo qua a ripercorrere, ma i fatti parlano chiaro: San Siro pieno sotto la pioggia, ragazzi in fila da giorni, fan bagnati ma felici, tutti con lo stesso sorriso a fine concerto. Non è idolatria, è realtà.
Ora tocca a Roma, e sappiamo già che sarà un altro show travolgente, nella sua città, con un’energia tutta diversa. Ma Milano, con queste due date, ha avuto qualcosa di unico, qualcosa che solo la pioggia e l’energia di quel pubblico speciale potevano creare.
Ultimo ha confermato ancora una volta che sul palco è un gigante, e che continuerà ad esserlo.