
WADO: salpare nell’amore come “COLOMBO” : un viaggio introspettivo tra corpi, radici e nuove appartenenze
ANALISI & RECENSIONINUOVI TALENTI
7/8/20252 min read


Nel brano, WADO si cala nelle vesti di un navigatore pronto ad attraversare il mare dell’amore, a volte torbido, a volte calmo. In questo modo si immerge nell’anima della persona amata, passando anche attraverso il suo corpo ma sempre con attenzione, sensualità e dolcezza.
Perdersi senza mappe
Il brano si apre con una perdita di rotta: la ragazza amata incanta la mente di WADO, che non riesce a cancellare l’immagine del suo corpo. Il sentimento che prova lo spinge a scrivere nuove e profonde emozioni dentro se stesso, come se fossero “pagine nuove nei diari” di bordo.
L’artista invita la ragazza a perdersi insieme, cedendo a lei il comando dell’emotività nel ritornello, metaforicamente espresso attraverso la regolazione delle vele e la consultazione delle cartine geografiche.
La scoperta di un nuovo mondo
Nel ritornello, WADO si dichiara pronto a esplorare nuove terre come Cristoforo Colombo, ovvero a imparare a conoscere a pieno il mondo interiore della ragazza che ama nonostante le difficoltà che il percorso può implicare. Amarla potrebbe trascinarlo giù con lei, tuttavia l’artista non si fa scalfire: WADO vuole ampliare i suoi orizzonti vedendola al suo fianco, non abbandonando se stesso e al contempo costruendo una nuova parte di sé.
La figura del navigante: tra Schettino e Jean-Baptiste Belley
La seconda strofa apre il testo a una riflessione riguardante l’identità personale dell’artista, alludendo ad un’Italia meticcia, diasporica e reale e rendendosi dialogo tra culture differenti.
Questa operazione inizia a livello musicale sin dall’inizio del brano, mischiando un ritmo Afrobeats ad influenze urban e internazionali: la mescolanza caratterizza il vissuto di WADO, ponte tra la cultura italiana, nigeriana e statunitense.
In seguito, la citazione sonora straripa nel livello testuale, quando vengono menzionati due celebri naviganti accomunati dall’elemento del viaggio marittimo ma che appartengono a culture e contesti diversi.
Schettino è una figura della storia dell’Italia contemporanea, e quindi legata all’identità italiana di WADO: il verso “non lascio la nave, non sono Schettino” è un’allusione provocatoria che utilizza il riferimento al reale abbandono della Costa Concordia da parte del comandante Schettino per dichiarare metaforicamente che l’artista-navigante, invece, non scapperà dalle proprie emozioni.
Se Schettino è quindi circondato da un’aura negativa, l’energia positiva si riscontra nella citazione di Jean-Baptiste Belley, emblema di resistenza e affermazione identitaria associato alla cultura afro-discendente. In questo modo, WADO ribalta la narrazione coloniale e celebra un altro tipo di conquista: quella del diritto ad amare, a desiderare e a raccontarsi con i propri suoni.
“COLOMBO” è un punto di partenza, ma anche un arrivo. Una canzone sensuale e vulnerabile, che parla di corpi e radici, attraversamenti e nuove appartenenze. Un pezzo necessario, che segna un momento importante nel percorso di WADO.
Chi è WADO
WADO è l’identità artistica di Valentino Onierhovwo Agunu, artista e autore nato a Roma da famiglia nigeriana e cresciuto tra Italia, Nigeria e Stati Uniti.
La sua musica è un ponte tra mondi e identità, che fonde Afrobeats, urban e influenze internazionali con testi che raccontano desiderio, radici e trasformazione.
Dopo brani come Pezzi di Carta, All My Life e Relax and Flex, WADO torna con COLOMBO.
Tra italiano e inglese, tra sound globali e vissuto personale, WADO dà voce a una generazione che si muove tra confini fisici e interiori.
Un viaggio trainato dal desiderio, che solca l’amore, si colora d’intimità e di riflessione sulla propria identità: così, WADO ci presenta “COLOMBO”, il suo nuovo singolo disponibile dal 4 luglio su tutte le piattaforme digitali e di streaming.