
X Factor Italia 2025: un recap delle audizioni
ANALISI & RECENSIONINEWS
Martina Golinucci
10/4/20254 min read


Nelle ultime tre settimane, l’appuntamento settimanale di X Factor Italia 2025 è stato dedicato alle audizioni, ovvero alla prima fase di selezione degli artisti che passeranno ai bootcamp.
Se te le sei perse, non preoccuparti: riassumiamo insieme gli highlights di questa prima fase del programma, conoscendo prima i giudici e poi le esibizioni degli artisti.
I giudici
La prima novità di quest’anno è la presenza di Francesco Gabbani in giuria.
In Gabbani si sintetizzano le due anime di X Factor: intrattenimento e critica musicale. Il giudice strappa sempre una risata con le sue freddure, ma allo stesso tempo è un profondo conoscitore della musica.
Da cantautore e autore affermato, possiede un grande bagaglio teorico musicale, che mostra nel corso dei suoi giudizi – soprattutto sulle rivisitazioni delle melodie dei brani!
Jake La Furia incarna un altro volto della doppia anima del talent: umorismo schietto e senza mezzi termini da un lato, empatia e sensibilità dall’altro. I suoi giudizi spesso mettono in evidenza come la musica non sia solo tecnica, ma soprattutto sentimento. Spesso ha sottolineato che, anche se alcune esibizioni non erano perfette dal punto di vista tecnico, possedevano comunque l’elemento più importante: la capacità di emozionare. La presenza di Jake ribadisce l’umanità della musica.
Paola Iezzi conferma il suo ruolo di profonda conoscitrice della cultura musicale. Conosce ampiamente i background storici dei brani coverizzati dagli artisti, ne ha studiato l’intenzione e ciò le permette di giudicare al meglio le interpretazioni. Anche lei, come Gabbani, possiede grandi conoscenze teoriche. Paola sostiene la personalizzazione della musica, fondamentale per la costruzione dell’identità di un artista. Il suo approccio valorizza l’originalità e l’autenticità – senza temere lievi discostamenti dalla melodia originale…
Achille Lauro, in questa edizione come nella precedente, ha sorpreso gli spettatori per come si è proposto. Se infatti Lauro negli ultimi anni si è mostrato irriverente e fuori dagli schemi sul palco, dietro al banco ha mostrato serietà, capacità di analisi, cultura e competenza musicale.
Achille ha la capacità di individuare i personaggi, gli artisti con identità forte e atipica.
Inoltre, con il suo celebre “Senato”, spesso coinvolge il pubblico nel giudizio, rendendolo parte attiva del processo di valutazione e trasformandolo in un “quinto giudice”.
Le audizioni: la prima serata
Dal primo episodio, è risultato evidente come, rispetto all’anno scorso, gli artisti proposti abbiano già una presenza scenica formata.
Abbiamo selezionato 5 audizioni iconiche della prima serata che non puoi assolutamente perderti.
Due artisti in particolare hanno colpito per la loro capacità espressivo-emotiva.
Piercesare Fagioli ha portato una Chandelier di SIA piena di emozione e tecnica, capace di far commuovere i giudici.
Damiano Caddeo con il suo inedito Punto è riuscito a suscitare un grande coinvolgimento. Il brano è estremamente toccante, penetrante e dal testo limpido e profondo.
Un brano è stato rivisitato.
Delia Buglisi ha portato SAKURA di Rosalía, riscrivendo alcune strofe in siciliano.
Con un mix di virtuosismo pianistico, abilità di scrittura e grande potenza vocale, Delia ha stupito, tanto che Jake l’ha definita “Un’esibizione tra le più belle che ho visto qua”.
Due band hanno acceso la serata.
Gli ABAT-JOUR hanno portato That’s Life di Frank Sinatra, scelta originale che ha incantato per il timbro vocale del frontman e per l’arrangiamento strumentale moderno e caldo.
I Plastic Haze hanno portato Time is running out dei Muse, colpendo con la loro grande energia rock, competenza musicale e spiccata identità artistica.
Le audizioni: la seconda serata
La seconda serata è stata segnata dalla presenza di un fiume di talenti.
Giorgio Campagnoli, ha reso sua Sui muri degli Psicologi, portando una versione carica di personalità, verità nuda ed emozione. Non a caso, è stata tra le esibizioni più viste sul web.
Francesco di Fiore ha portato Before You Go di Lewis Capaldi, riuscendo a mantenere la profondità emotivo-espressiva dalla vocalità dell’autore originale del brano. Anche Francesco con la sua versione ha emozionato i giudici.
I Cooper Jitters ha fatto esplodere il palco con Take Me Out, un inedito rock carico di energia, ispirato alle sonorità del passato. La band ha dimostrato un’identità artistica molto marcata e riconoscibile.
Sofia Maceri ha portato una Skinny Love di Bon Iver piena di tecnica ed emozione. Brano intenso e difficoltoso, è stato padroneggiato dall’artista con grande espressività e maestria.
Michelle Lufo ha rivisitato Al Telefono di Cremonini presentando una versione elettronica: l’esperimento ben riuscito ha colorato la serata di originalità e sperimentazione.
Meritano altre menzioni d’onore: Orazio Damiata, con E se domani di Mina, Mayu Lucisano con Cheyenne di Francesca Michielin, Sakina Sanogoh con Ready or Not dei Fugees e i Kindergarten con Self Control di Raf.
Le audizioni: la terza serata
Ecco le ultime 5 esibizioni da non perdere in preparazione ai bootcamp.
Alessandro Tomasi con Era già tutto previsto di Riccardo Cocciante in versione piano e voce, ha dimostrato una maturità artistica incredibile per i suoi 16 anni, con una interpretazione struggente, estremamente sentita e personale.
Giuseppe Toma, a soli 22 anni, ha portato un suo inedito di matrice rap con ritornello melodico, Lettera di un soldato. Il brano è una riflessione viscerale sulla guerra e le sue condizioni dalla narrazione limpida, cruda e intensa.
Alice Mascritti con Troppi preti, troppe suore di Margherita Vicario, ha portato l’energia al talent. Alice ha catturato il pubblico con una presenza scenica molto coinvolgente, grande tecnica e personalità artistica. Il risultato è stata una cover limpida, sentita e molto piacevole da ascoltare.
Roberta Scandurra con Call Me dei Blondie ha padroneggiato il palco: con movimenti essenziali, ha attratto tutta l’attenzione. La sua voce potente e calda ha reso la cover una versione originale e precisa vicina al pop-punk.
Layana Oriot ha barattato la timidezza per il carisma in Blue Jeans di Lana del Rey. Pur con un pezzo non semplice dal punto di vista interpretativo, Layana ha dato vita a una versione potente, penetrante, precisa e coerente col brano originale.